Ossigeno - Ozonoterapia

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Ossigeno - Ozonoterapia

L’Ossigeno – Ozonoterapia è una pratica medica che si basa sull’utilizzo di una miscela di ossigeno e ozono attraverso varie tecniche permettendo di ottenere dei risultati terapeutici su diverse patologie. L’ozono può essere somministrato con differenti modalità: sistemica (grande o piccola auto-emo-terapia, insufflazione rettale) iniezioni sottocutanee, intramuscolari, intra-articolari, vaginali, uterine e uretrali, per via topica oppure idropinica. L’ossigeno presente in natura è formato da 2 atomi di Ossigeno (O2); l’ozono invece, è una particolare forma di ossigeno arricchito le cui molecole sono formate da 3 atomi di Ossigeno (O3) che lo rendono più attivo dell’ossigeno che respiriamo. Dott. Claudio Tavera specialista in ozonoterapia e ossigenoterapia somministra le terapie presso le cliniche di Milano e di Como.

Ossigeno - Ozonoterapia sistemica

Il trattamento nella forma “Sistemica Endovenosa”, definita fino a qualche tempo fa Grande Autoemoterapia (GAET), non si tratta solo di ri-ossigenare il sangue bensì di creare una reazione di adattamento ed allenamento del nostro organismo al contrastare un piccolo stress biologico: quello ossidativo. E’ per questo che viene tecnicamente definito “precondizionamento da stress bio-ossidativo”. L’ozono (O3) si produce in natura, per esempio durante i temporali per ionizzazione dell’ossigeno atmosferico (O2) da parte dei fulmini o per azione su di esso da parte dei raggi UVA. Questa molecola, unita in miscela gassosa all’ossigeno che respiriamo, si è rivelata di estrema importanza anche in medicina anti-aging per conferire una serie di benefici che vanno, per esempio, dalla riduzione dei radicali liberi correlati al danno cellulare associato al processo di invecchiamento oltreché di una serie di funzioni quali il miglioramento del rilascio di ossigeno ai tessuti e di fattori di crescita dalle piastrine, stimolazione della risposta immunitaria, riduzione dell’infiammazione cronica. A questo si associano di conseguenza le evidenze cliniche relative al  miglioramento della funzione cardiocircolatoria e cognitiva, di resistenza alle infezioni, di detossificazione e riduzione dello stress psico-fisico.

Il trattamento consiste in un prelievo di una piccola quantità di sangue venoso in specifiche ampolle di vetro o sacche sterili monouso, che una volta miscelato con ossigeno ed ozono, viene re-infuso nella vena del paziente in circa 20 minuti. Durante questa procedura il sangue a contatto con la miscela gassosa produce delle molecole derivate dall’ossigeno chiamate ROS (specie reattive dell’ossigeno) e LOP (prodotti di ossidazione lipidica) che sono i
mediatori finali del suo effetto biologico sulle cellule e i tessuti dell’organismo.
I benefici iniziano ad avvertirsi in maniera concreta tra la quarta e la sesta seduta in un programma raccomandato di circa dodici trattamenti in sei settimane (due sedute per settimana) con richiami periodici di mantenimento idealmente da praticare ogni tre-quattro settimane. Gia dopo la prima seduta il paziente inizia ad avvertire una sensazione di benessere
che è stata interpretata dai ricercatori come il risultato di un’azione dell’ozonoterapia sul sistema neuroendocrino specialmente sulle beta-endorfine e sul ciclo del cortisolo, ormoni strettamente correlati alla gestione dello stress psico-fisico.
Esistono poche controindicazioni a tale terapia tra cui il favismo, l’ipertiroidismo e lo stato di gravidanza che vengono escluse in fase di colloquio preliminare col paziente.
L’Ozonoterapia Sistemica è sicuramente uno degli approcci terapeutici appartenenti alla Medicina Rigenerativa che affiancando per esempio i trattamenti di Medicina Estetica e Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, potrebbe migliorare nei pazienti la capacita’ riparativa dei tessuti, la loro ossigenazione, il drenaggio linfatico e quindi, in definitiva, la qualità del risultato finale dei trattamenti stessi.

Ossigeno - Ozonoterapia paravertebrale per ernia del disco

L’Ossigeno – Ozonoterapia nella sua modalità di somministrazione definita “paravertebrale” sfrutta le proprietà antinfiammatorie ed anti-edema della miscela di ossigeno ed ozono che viene iniettata lungo la muscolatura a ridosso della colonna vertebrale ed all’altezza dell’ernia discale. La presenza di un’ernia ovverosia di una componente di sostanza protrusa od estrusa dal disco fibro-cartilagineo presente tra le vertebre genera un quadro doloroso definito e localizzato come segue:

  • Lombalgia: bassa schiena
  • Lombosciatalgia (con irradiazione in associazione e non a formicolìo/riduzione sensibilità al gluteo, alla coscia fino alla gamba o alla pianta del piede
  • Cervicalgia: collo posteriormente
  • Cervicobrachialgia: con irradiazione in associazione e non a formicolìo/riduzione sensibilità al braccio ed alle dita della mano
  • Dorsalgia: lungo il tratto toracico della schiena

Normalmente il medico dopo aver valutato la sintomatologia riferita dal paziente ed i suoi esami di diagnostici (p.e. Risonanza Magnetica) procede con il completare la visita praticandogli dei test manuali mirati a quantificare le sue reali limitazioni funzionali. Previa sottoscrizione del consenso informato, si passa quindi all’effettuazione della terapia: mentre il paziente rimane disteso prono sul lettino, il medico inizia con la disinfezione dell’area da trattare per poi praticare le iniezioni di ossigeno-ozono in numero di due, massimo tre, per lato della colonna. Ogni iniezione viene effettuata lentamente e la seduta si ultima in pochi minuti. Il paziente potrebbe percepire lieve calore o bruciore nella sede dell’iniezione che svanisce in pochi secondi ed è spesso correlata all’entità dell’infiammazione presente. Dopo l’ultima iniezione il paziente si può rialzare e si conclude la seduta che ha una durata di circa dieci minuti. Normalmente si prescrivono due sedute settimanali per sei settimane e, a seguire, una di mantenimento ogni tre-quattro settimane. Tale terapia non ha controindicazioni rispetto ai classici approcci terapeutici ed offre notevoli vantaggi quali: è minimamente invasiva tanto da poterla praticare in ambulatorio senza che sussistano rischi di peggioramento del problema nel post-trattamento come invece può capitare con l’approccio chirurgico; non ha gli effetti secondari tipici dei classici farmaci anti-infiammatori quali quelli gastrointestinali, da interazione con altri farmaci, allergie etc. 

Degno di nota è il sottolineare che unitamente all’ossigeno – ozonoterapia “paravertebrale” esistono anche le modalità di somministrazione “intraforaminale” e “intradiscale” che si praticano con tecnica radioguidata e con il paziente sedato in sala operatoria in specifichi casi di ernia discale “complicata”. La patologia erniaria della colonna vertebrale, se non trattata adeguatamente, risulta progressivamente invalidante per il paziente che ne è affetto oltrechè indirizzarlo ad un eccessivo utilizzo di farmaci che avrebbero solo un ruolo di palliativo e può determinare inesorabilmente sia conseguenze sull’attività lavorativa che sulla vita di relazione.

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